Sciopero generale! Una sorpresa su sette è una famiglia che non arriva a fine mese


Salari


Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, lo annuncia chiaramente: Si va verso lo sciopero generale tra il 15 ed il 20 febbraio. Poco tempo, dunque, per tentare di ricucire uno strappo che sembra insanabile. Alla riunione dei direttivi unitari di Cgil, Cisl e Uil, Bonanni specifica che la mobilitazione avrà luogo nel caso non proceda la discussione sulla vertenza dei salari.


I ministri Damiano e Letta avrebbero concordato un calendario di incontri. Bonanni è critico: E’ bene che lo dicano per non creare confusione. Sono giorni che cerchiamo di rassicurare le persone su redditi e salari. Non siamo disponibili ad assecondare il solito teatrino. I sindacati sono sul piede di guerra. Se non avremo risposte, ci sarà una giornata di mobilitazione a metà febbraio. Ogni giorno qualcuno ci ricorda il problema dei redditi, vuol dire quindi che è vero per questo bisogna dare risposte, penso a iniziative di carattere fiscale. Anche la posizione del segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, manifesta coerenza nel fronte sindacale.


Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, fa anche di più. Fissa al 15 febbraio la data della mobilitazione generale. Entro gennaio – ha rincarato – vogliamo avere risposte serie da parte del governo. Se le risposte dovessero essere fumose è ovvio che dobbiamo dichiarare sciopero generale il 15 febbraio.

Vita dura per il Governo, insomma. La sensazione è che non ne uscirà. Il tavolo delle trattative con i sindacati era stato avviato l’8 gennaio a Palazzo Chigi e confermato due giorni dopo nel vertice di maggioranza. Certo, la posizione dell’esecutivo sarebbe quella di proseguire sulla via dell’aumento dei salari e della detassazione Irpef. Ma le aziende lo permetteranno?


Nel frattempo arrivano, impietosi e preoccupanti, i dati Istat. In base all’analisi dell’istituto, condotta sulla distribuzione del reddito negli anni 2005-2006, la media del reddito familiare si aggira intorno ad una cifra irrisoria: 2.311 euro al mese per un totale di 27.376 euro l’anno. Quella dei risparmiatori è una categoria ormai del tutto estinta. Non è sopravvissuta alla selezione naturale.


Non si arrivano a pagare le bollette, e non si arriva a fine mese. Il 28,4% delle famiglie non è in grado di affrontare una spesa improvvisa , un’emergenza, un imprevisto. Per le spese mediche, naturalmente, si sacrifica abbigliamento e affini. E per le famiglie numerose, quelle cha hanno da tre figli in su, il 23,8%, una sorpresa su quattro è che non ce la fa. Non arriva a fine mese.


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