Italia condannata per un problema strutturale

La tortura in Italia è un problema strutturale, che va risolto e la Corte di Strasburgo ha detto di essere disposta ad aiutarci a patto che l’Italia si adegui all’articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti Umani. Intanto uno dei torturati nella caserma Diaz sarà risarcito dallo stato con 45 mila euro. 

Quello che c’è scritto nella sentenza Cestaro contro l’Italia è che il nostro Paese non ha un ordinamento adeguato a prevenire e poi a punire nel caso si verifichino, le torture. Quello che è avvenuto nella scuola Diaz durante il G8 di Genova può essere etichettato come tortura.

Cestaro che all’epoca aveva 62 anni ed è stato pestato di botte tanto da dover poi subire degli interventi e tanto da avere ancora oggi degli strascichi dovuti alle percosse, sarà risarcito dallo Stato con 45 mila euro per i danni morali ma quello che l’Italia deve fare è molto più difficile di un bonifico tutto sommato esiguo se si pensa bene a quello che è successo.

La sentenza della Corte di Strasburgo dice che l’Italia ha un problema strutturale, nell’ordinamento giuridico non è previsto il reato di tortura. L’Italia dovrà dotarsi di questi strumenti e dovrà anche rivedere l’organizzazione usata per i grandi eventi.

Come riassume bene IlPost.it

Per quanto riguarda l’inchiesta, la Corte ha rilevato che gli agenti di polizia che hanno aggredito Cestaro non sono mai stati identificati, non sono stati indagati e sono dunque rimasti impuniti. E questo a causa di alcune difficoltà oggettive ma anche per la mancanza di cooperazione dimostrata dalla polizia italiana. Tutto questo, si dice ancora, non dipende da una negligenza in particolare, ma dal fatto che la legislazione italiana è inadeguata e ha, in questo senso, «un problema strutturale».