I 100 giorni di Obama e McCain

Mancano ormai poco meno di 100 giorni a novembre, mese che per gli Stati Uniti significherà molto, almeno per i 4 anni futuri, perchè i cittadini saranno chiamati ad andare a votare il loro nuovo presidente che succederà agli 8 anni di potere di George W.Bush. Dopo 8 anni repubblicani sembra che il democratico Barack Obama possa, anche grazie al suo carisma e al suo potere mediatico, riuscire a cambiare gli equilibri di potere negli USA, eppure alcuni sondaggi non lo darebbero così per certo.


McCain in Italia, ma anche in Europa, si sente abbastanza poco. Il suo lavoro si limita ad andare a verificare di persona le problematiche del proprio paese e cercare di trovare soluzioni, naturalmente influenzando l’opinione pubblica su chi, nel mese di Novembre, debba essere presidente.

Obama il democratico ha privilegiato, anche per poter avere una conoscenza personale della situazione visto che vi era stato solo 1 volta, andare in Europa e in Medioriente per testare con mano i rapporti internazionali che gli Stati Uniti intrattengono con questi paesi.

Forse il senatore dell’Illinois sperava di riuscire a conquistare quella fetta di opinione pubblica in più dopo questo viaggio oltre oceano, invece il risultato è stato quasi scioccante se si va a guardare il valore dei sondaggi attuali. Alla partenza Barack Obama aveva un vantaggio che, a seconda della casa di sondaggi, andava da 1 a 6 punti. Al ritorno dal suo viaggio il vantaggio si è leggermente ridotto con un massimo di 3 punti. Ma cosa ancora peggiore per alcune case sondaggistiche addirittura sarebbe in svantaggio.

Un risultato causato da una campagna d’Europa decisamente sottotono, dove nulla è stato detto se non ovvietà. Non poteva fare di più per non inficiare la sua immagine, ma con questi discorsi senza colore, si è ritrovato un opinione pubblica statunitense ancora più lontana di prima.

Obama rimane in vantaggio, ma in questi 100 giorni cercherei di puntare più sugli americani che sui cittadini del mondo, o il regno di McCain potrebbe essere alle porte.

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