Di monnezza e di tensioni. The Neverending Story

Neverending Story

Novanta roghi in 12 ore. Spaventosa media. Soprattutto per la diossina. Petardi nei rifiuti? Sei pompieri feriti. L’autobus? Al rogo anche l’autobus, a Pianura, per opera dei contestatori. Una discarica da riaprire dopo 10 anni a Cercola? Sit-in. Giacchè, anche altri quattro bus del servizio urbano con le ruote forate messi di traverso per impedire l’accesso al quartiere della discarica del contendere. E una gazzella dei carabinieri attaccata con lancio di sassi e di un estintore. Qui, nessun ferito. Napoli? Ieri più di 2.000 tonnellate di spazzatura non rimossa. L’ingresso alla superstrada di Pozzuoli? Bloccato. Se questa non è esasperazione.


L’ex discarica di Contrada Pisani nel quartiere Pianura a Napoli è stata in funzione per 42 anni. Poi, 10 anni fa, ha chiuso. E ora verrà riaperta. Il prefetto di Napoli ed ex commissario per l’emergenza, Alessandro Pansa, spiega: La discarica era l’unica soluzione per fare uscire Napoli dall’emergenza e renderla autonoma. L’idea di usare Pisani era già nata in precedenza, quando sono cominciate le prime difficoltà nell’allestimento dei siti di stoccaggio. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la chiusura di Lo-Uttaro, e poi di Taverna del Re.

Furor di popolo. Un centinaio di persone presidiano da ieri i cancelli. L’ingresso alla superstrada di via Campana a Pozzuoli, che poi si collega alla tangenziale di Napoli, è bloccato dai contestatori. Che hanno reso inaccessibili anche tutte le strade di accesso alla discarica. Occupato anche un tratto della ferrovia Cumana a Pianura. Ieri sera, dopo un attimo di calma che ha permesso il cambio ai poliziotti che si trovavano sul sito, la tensione è cresciuta nuovamente. L’immagine delle nuove forze dell’ordine, con tanto di casco e scudi protettivi, ha innervosito i manifestanti, che hanno cominciato a lanciare alcuni petardi. E il traffico del quartiere è stato bloccato in tutti i sensi, perchè i presidianti hanno collocato quattro bus dell’Anm (Azienda Napoletana Mobilità) con le ruote forate, alla rotonda Don Giustino Ruzzolillo, all’altezza di via Padula.

Secondo le fonti ufficiali, la discarica resterà in funzione almeno fino al 2009, e comunque fino al momento in cui verrà completato il termovalorizzatore di Acerra.
I manifestanticontinuano con la linea dura. Mancano ancora fogne, strade, illuminazione. Ritornare pure a essere uno sversatoio, dopo 40 anni di accumulo, è davvero un fallimento per tutti, politica compresa: sono queste le parole di Fabio Tirelli, di Rifondazione, presidente della municipalità di Pianura. Si tratta del quartiere più esteso della città: più di 11 chilometri quadrati. La popolazione è di circa 58mila abitanti.

Nel frattempo la gente, esasperata, continua ad appiccare roghi ai rifiuti che invadono le strade. 90 interventi in 12 ore dei Vigili del Fuoco a Napoli e provincia. Sei vigili del fuoco sono rimasti feriti a Poggioreale: mentre stavano placando un incendio sono esplosi dei petardi mischiati tra i rifiuti.

E l’Unione Europea – per fortuna – bacchetta l’Italia. Nei prossimi giorni valuteremo se prendere nuove decisioni e adottare nuove misure, parola di Barbara Helfferich, portavoce del commissario Ue all’Ambiente. . Ennesima figuraccia in vista, dunque. L’Ue, infatti, già a giugno aveva avviato l’iter per una procedura di infrazione a carico del BelPaese (ironico appellativo, in questo contesto), accusata di essere inosservante delle direttive comunitarie sullo smaltimento rifiuti. Il 7 gennaio si riunirà l’esecutivo europeo, e Roma potrebbe vedersi recapitare un ultimatum prima del ricorso davanti alla Corte di giustizia europea, organismo deputato eventualmente a comminare sanzioni nei confronti dell’Italia.

E ieri sera è arrivato anche il monito di Alfonso Pecoraro Scanio, Ministro dell’Ambiente: Nel caos che si crea, la Camorra è sempre vincente. La colpa, aggiunge, è di un piano dei rifiuti, quello voluto da Rastrelli e confermato dal centrosinistra, che e’ servito a far arricchire, con il denaro dei contribuenti, una grande impresa del Nord e le ecomafie locali. Parole dure e precise, quelle di Pecoraro Scanio: dietro i roghi che infiammano Napoli ci sono le ecomafie, che così si sbarazzano dei rifiuti tossici.

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