Rai, nuovo dg ma impasse sul referendum

Da Il Riformista di oggi, pagina 7.

di Angela Gennaro

E’ caos in Vigilanza Rai per il regolamento sulla par condicio per i referendum del 12 e 13 giugno. Mentre il Cda di viale Mazzini indica all’unanimità Lorenza Lei nuovo direttore generale (persino l’Usigrai “plaude alla prima donna dg”), a palazzo San Macuto tira una brutta aria. Dentro e fuori.

L’appuntamento ieri alle 14. Non solo per la Commissione di Vigilanza, ma anche per il presidio dei Comitati per il Sì al referendum su acqua e nucleare. Per chiedere quell’approvazione del regolamento che sarebbe dovuta arrivare entro il 4 aprile scorso. Ma la maggioranza fa mancare il numero legale: presenti solo Mura della Lega e il vicepresidente Lainati, Pdl, che chiede il rinvio anche a causa “del concomitante voto in Aula” sul decreto Parmalat.Il radicale Marco Beltrandi, in risposta, occupa l’aula della Vigilanza e ci resta per tutto il giorno. L’opposizione e i comitati chiedono che il regolamento venga approvato entro la settimana, perché le Camere, da lunedì, chiuderanno per 15 giorni per le amministrative: il rischio è che la campagna referendaria su mamma Rai si riduca al lumicino. La tensione, fuori, è talmente alta da sfociare in un’aggressione verbale a Ernesto La Loggia, pidiellino di passaggio davanti a San Macuto, e sfiorare il tafferuglio. La Commissione viene riconvocata in serata, e rinviata a oggi alle 14. Alle venti e trenta, mezz’ora dopo la convocazione, è presente un solo senatore della maggioranza. Mentre i Comitati danno vita ad un “presidio permanente” e l’Idv minaccia di occupare l’aula della commissione “con una staffetta tra i deputati” fino ad approvazione.

In assenza di regolamento, la Rai “ sarebbe obbligata a fare informazione in base alla legge sulla par condicio”, spiega Beltrandi. Questo il senso dei tre messaggi che negli ultimi giorni ha inviato Sergio Zavoli, presidente della Vigilanza, a viale Mazzini. “Ma, a parte Annozero giovedì, la Rai non ha fatto alcun programma sui referendum”, conclude Beltrandi.

Una manovra “a tenaglia”, denuncia Pancho Pardi dall’Idv: da un lato la maggioranza “svuota di senso il quesito sul nucleare con la moratoria e quelli sull’acqua”. Dall’altro “fa ostruzionismo al regolamento”. Il problema “sono gli emendamenti”, assicura il senatore Idv, che del regolamento è relatore. Emendamenti che introdurrebbero “ stranezze” come quella di posporre l’inizio della campagna referendaria a dopo le amministrative, o la richiesta, di cui si fa carico il pidiellino Butti (lo stesso delle “targhe alterne” per i talk show Rai) che le posizioni referendarie cui dar voce non siano due (pro e contro referendum) “ma anche gli astensionisti e chi auspica la non partecipazione al voto”. Il Pdl “mette in contrattazione l’accettazione del suo atto di indirizzo sul pluralismo Rai in cambio del via libera al regolamento”, conclude Pardi.

E il segretario dei Radicali, Marco Staderini, torna a scrivere a Fini e Schifani per chiedere non solo un interessamento ai destini del regolamento Rai ma anche, questa volta, un intervento diretto. “Un furto di democrazia, l’ennesimo: per questo Pannella è in sciopero della fame da due settimane”, spiega il radicale. “Il responsabile di questa situazione è il Parlamento. Per questo chiediamo che Fini e Schifani organizzino i lavori in base a questa priorità” ripristinando anche la “legalità per il tempo perso”. Stessa richiesta, sempre via lettera, arriva dai Comitati e da Di Pietro. Fini, in Aula, assicura, “d’intesa con il presidente del Senato”, eventuali “e mi auguro possibili iniziative”.

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