Arrestato a Bruxelles il camorrista Vittorio Pirozzi, tra i 100 latitanti più pericolosi. L’elogio e il ringraziamento del Ministro della Giustizia, Angelino Alfano dichiara: “Nuovo successo dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata”. Camorra, mafia, ‘ndrangheta: chi sono i ricercati.
Badalamenti Vito, nato a Cinisi il 29/04/2007: è ricercato dal 1995, per associazione di tipo mafioso e altro.
Condello Domenico, nato a Archi (RC) il 4/11/1956: è ricercato dal 1993, per omicidio, associazione di tipo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, rapina, armi e altro; deve espiare la pena dell’ ergastolo; il 20/02/1993 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali.
Matrone Francesco, nato a Scafati (SA) il 15/07/1947: è ricercato dal 2007 per omicidio e altro.
Non tre nomi a caso, nonostante la comunanza possibile con tanti altri che potrebbero dover subire, per pura coincidenza, l’onta di portarne identico nome e cognome. Non tre nomi a caso: bensì tre esponenti della malavita organizzata che hanno in comune la condizione di latitanza e che differiscono per l’oragnizzazione di riferimento. Sono nella lista dei 30 ricercato più pericolosi: il Badalamenti al soldo di Cosa Nostra; il Condello arruolato nella ‘Ndrangheta; il Matrone esponente della Camorra.
Nel novero dei superlatitanti, ne va oggi depennato un altro.
Dopo il disegno di legge con piano straordinario di contrasto alle mafie e la delega al Governo in materia di normativa antimafia approvato al Senato lo scorso 3 agosto, l’Italia porta a casa un nuovo successo nell’ambito della lotta alla criminalità organizzata: nella serata di ieri infatti, in pieno centro storico a Bruxelles (passeggiava per le strade del Belgio) gli agenti della Sezione catturandi della Questura di Napoli e dell’Interpol, hanno arrestato il latitante Vittorio Pirozzi, di 58 anni, trafficante internazionale di droga, inserito nell’elenco del ministero dell’Interno tra i 100 ricercati italiani più pericolosi. Deve scontare una pena definitiva di 15 anni di carcere.
Vittorio Pirozzi, uno storico esponente del clan camorristico Mariano (detto anche dei ‘Picuozzi’, ormai in pieno declino), fino al 2003, quando dette inizio alla sua latitanza, controllava la zona di Chiaia a Napoli per conto dei Mariano, clan tra i più attivi nei quartieri spagnoli del capoluogo campano già dalla metà degli anni ’80. Ma quando arrivò il declino per la Nco di Raffaele Cutolo, cambiarono gli equilibri della camorra soprattutto nel capoluogo partenopeo. Il clan Mariano entrò in rotta con i Di Biasi e i Russo, essendo gregari dei fratelli Giugliano. In quegli anni il “controllo” della città si caratterizza per sanguinose guerre di camorra: prima in seguito alla lotta con i Di Biasi e poi in virtù dell’alleanza di Secondigliano, i Mariano già agli inizi degli anni ’90 arrivano al controllo totale dei quartieri spagnoli. Ma non tutto é “rose e fiori” per il clan: al momento dell’ascesa scoppia una tremenda faida interna che nel 1991 culmina nella famosa ‘malapasqua‘. Tra il venerdì e il sabato santo del 1991 infatti, furono uccise quattro persone, mentre altre tre furono ferite gravemente. La faida ebbe inizio con la scissione di Salvatore Cardillo, detto ‘Beckenbauer’ per la sua forte somiglianza con il famoso calciatore tedesco e Antonio Ranieri, detto ‘Polifemo’ assassinato nel 1999, che non condividevano i metodi di spartizione del bottino camorristico dei fratelli Ciro e Marco Mariano. L’origine della faida risalirebbe alla domenica delle Palme del 24 marzo 1991 e all’agguato teso a Vincenzo Romano, braccio destro di Ciro Mariano, da Paolo Russo e da suo cugino Paolo Pesce, affiliati agli scissionisti Cardillo-Ranieri. L’operazione però fallì e fu ucciso solo l’autista di Romano, mentre il boss rimase ferito, ma sopravvisse. L’agguato fu l’innesco della ‘malapasqua’.
“Con l’arresto di oggi si aggiunge un nuovo successo dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata“, afferma il ministro della Giustizia, Angelino Alfano. “La squadra-Stato – continua il Guardasigilli – è determinata a non dare tregua alle mafie, impegnandosi in prima linea nella cattura dei latitanti. Il Governo e il Parlamento contribuiscono operativamente a questo impegno, come dimostra anche la recente approvazione del codice antimafia. Il mio ringraziamento agli uomini della magistratura partenopea e alla sezione Catturandi della questura di Napoli, che, assieme all’Interpol, sono al servizio dello Stato per garantire sicurezza ai cittadini e salvaguardare, nel nostro Paese, i principi di legalità e giustizia“.
Nel contempo, il sito del Ministero degli Interni fornisce dati inerenti all’azione dell’Esecutivo guidato da Silvio Berlusconi e all’attività intrapresa dal Ministro Roberto Maroni: “Nei 20 mesi di governo Berlusconi sono stati sequestrati alla criminalità organizzata oltre 12mila beni, per un valore di circa 7 miliardi di euro, e confiscati circa 3mila beni, per un valore di 2 miliardi di euro“. Tra i settori e i professionisti maggiormente danneggiati: l’imprenditoria, i liberi professionisti. Sempre il Ministero: “Dalla filiera agroalimentare ai servizi alle imprese e alla persona, dagli appalti alle forniture pubbliche, al settore immobiliare e finanziario la presenza criminale si espande e le conseguenze sono ancora pesanti per gli imprenditori: 1.300 reati al giorno, 50 l’ora, quasi uno al minuto“. A dare man forte alle cifre, lo stesso Maroni che ribadisce: “In media si sono arrestati 8 mafiosi al giorno dall’inizio di questo governo, per un totale di oltre 5 mila 500“.
I latitanti considerati più pericolosi della Camorra
Mario Caterino, ricercato dal 2005
Marco Di Lauro, ricercato dal 2005
Antonio Iovine, ricercato dal 1996
Francesco Matrone, ricercato dal 2007
Pasquale Scotti, ricercato dal 1985
Michele Zagaria, ricercato dal 1995
I latitanti considerati più pericolosi di Cosa nostra
Giovanni Arena,
ricercato dal 1993
Vito Badalamenti,
ricercato dal 1995
Matteo Messina Denaro,
ricercato dal 1993
Gerlandino Messina,
ricercato dal 1999
Giovanni Motisi,
ricercato dal 1998
I latitanti considerati più pericolosi della ‘Ndrangheta
Domenico Condello, ricercato dal 1993,
Giuseppe Giorgi, ricercato dal 1995
Sebastiano Pelle, ricercato dal 1995
Michele Antonio Varano, ricercato dal 2000
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