Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha aperto oggi il consiglio nazionale del Pdl, e fatto subito eleggere per acclamazione il segretario del partito, Angelino Alfano, dicendo: “Lo conosco dalla fondazione, è un uomo generoso, leale, un ragazzo intelligente che non mente mai“, per poi sottolineare: “Questa è un’investitura plebiscitaria“.
Alfano, primo segretario di un partito che prima non aveva previsto tale figura nel suo organigramma, ricambia Berlusconi lasciandosi andare a lodi sperticate nei suoi confronti: “Nel 1994 conobbi un imprenditore che aveva il sole in tasca. Aderii a Forza Italia” ha affermato.
Berlusconi ha continuato comunque a dominare la scena del congresso, e lo stesso Alfano ha smentito quanti pensavano che il premier si stesse preparando a lasciare la scena politica, dicendo: “Rivincerà le elezioni del 2013. Non abbiamo bisogno di lasciti nè di eredità”. Il neosegretario parla poi del partito che ha in mente, in un discorso non privo di enfasi e retorica, quando dice per esempio: “Dobbiamo diventare il partito del merito e del talento“, o quando chiede che il Pdl diventi il partito degli onesti, perchè, spiega, “Se è vero che Berlusconi è un perseguitato dalla giustizia, non tutti gli altri lo sono“.
Dice comunque di pensare ad un partito per “il popolo dei moderati italiani, che non se ne è andato a sinistra, è lì in attesa che noi diamo loro buone ragioni per votarci“, e di volere “una grande costituente popolare con chi è disposto a camminare su questa strada”.
ddl intercettazioni
Ddl intercettazioni: Berlusconi cede, Fini al secondo scacco al Re
Non è roba da poco: a conti fatti, il Bavaglio alla Legge è stato tolto, il Presidente del Consiglio incassa una sconfitta politica che ha un sapore particolare e la corrente finiana mette a segno il secondo bottino pieno consecutivo. Il primo: le dimissioni di Nicola Cosentino dall’incarico istituzionale. Il secondo: dentro gli emendamenti al decreto di legge sulle intercettazioni.
Cambia tutto: l’obbligo del segreto per le intercettazioni “cade” ogniqualvolta ne sia stata valutata la rilevanza. Nella sostanza, “rilevante diventa l’aggettivo chiave della svolta. A Berlusconi non resta altro che incassare il colpo, fare marcia indietro, constatare quel che non avrebbe mai creduto e che – a conti fatti – si sta avverando. Giorno dopo giorno. La presenza del Presidente della Camera, Gianfranco Fini, all’interno della maggioranza fino a qualche mese fa contava molto. Poi ha iniziato solo a pesare. Fino a diventare, giorni attuali, un macigno. Il Premier ha firmato la legge così come impostata da Giulia Bongiorno.
Nonostante le settimane di mediazione, il tentativo di un punto di incontro che potesse accontentare gli uni e gli altri. In realtà, quel punto di incontro non è mai esistito, alla conciliazione non ci si è mai arrivati: Fini è stato intransigente, Berlusconi non voleva mollare niente. La partita tra legali ha visto al lavoro il Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, a cui Berlusconi aveva lasciato piena delega. Una sorta di “Va’, Angelino, e portami i frutti del lavoro”. Solo che Alfano, più di quanto fatto, non avrebbe potuto dare. Perchè il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, non avrebbe mai firmato la legge così come erea stata formulata dal Governo. Perchè quegli altri – adagiati sulle spalle della Bongiorno – non hanno mollato di un’unghia. Non si è trattato di mediazione, occorreva solo attendere il primo che avesse ceduto.
Legge Bavaglio, dal Governo prime modifiche. Rinvio a settembre?
L’annuncio del rinvio dei lavori della Commissione Giustizia è stato dato in mattinata da Giacomo Caliendo, sottosegretario alla Giustizia: il ddl sulle intercettazioni – provvedimento meglio noto come Legge Bavaglio – subisce l’ennesimo intoppo per mancanza di tempo utile. La Commissione avrebbe dovuto esaminare gli emendamenti avanzati da maggioranza e opposizione (la bellezza di 600) ma a una manciata di lancette dall’inizio, il proclama. “Ci serve maggiore tempo per scrivere un nuovo emendamento, che tenga conto non solo dei rilievi della maggioranza e dei finiani ma anche dell’opposizione. Non e’ semplice“. La constatazione immediata – e inevitabile – porta a dire che l’accordo tra le parti in causa – cui tocca tenere anche conto delle osservazioni fatte dal Presidente della Repubblica – è quantomeno complicato. Anche se.
Legge Bavaglio, 600 emendamenti; P3, dimissioni Cosentino; ‘ndrangheta, Madonna di Polsi: parla Il Crimine
Ddl sulle intercettazioni, la nuova costola della P2 a cui è stato cambiato il numero (ora P3: si va in ordine crescente) e la maxi operazione condotta dalle forze dell’Ordine tra Reggio Calabria e Milano con una serie di blitz che hanno portato all’arresto di oltre 300 persone riconducibili alla ‘ndrangheta. Volessimo scattare tre fotorgrafie per raccontare la situazione politica italiana delle ultime ore, il rullino custodirebbe il trittico appena indicato. Momenti e contesti tra loro differenti – vero – nonostante il gioco di volti e assonanze consenta di trovare qualche affinità, determinare parallelismi, trarre conclusioni. La prima: situazione assai delicata per il panorama socio-politico nostrano nel quale accade che – a fronte di un Governo sempre appeso alla precarietà dell’asse Berlusconi-Fini – nemmeno quando è possibile riferire del più grosso colpo inferto alla ‘ndrangheta ci si può esimere dal confermare che – tra arresti e indagati – vi sono nomi di spessore professionale elevato. Direttori sanitari, avvocati, commercialisti e – appunto – politici. La seconda: saranno giorni infuocati. Nel corso dei quali pare necessario fare ricorso – da più parti – all’arte della pubblica relazione. Con ordine.
Ddl intercettazioni, dicevamo. La legge bavaglio. Oggi sono stati presentati undici emendamenti: sei firmati dal capogruppo del Pdl in commissione Giustizia, Enrico Costa, e dal leghista Matteo Brigandì; altri cinque dalla presidenza della commissione stessa e relatrice del ddl sulle intercettazioni, Giulia Bongiorno. Si vanno ad aggiungere agli altri 600 presentati dalle opposizioni (400 solo dal Pd). Motivo per il quale il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, chiede maggior tempo per la valutazione. “Vogliamo leggerci con calma tutti gli emendamenti per capire che tipo di parere dobbiamo dare“. In tal caso, assenso trasversale: 48 ore per l’esame, martedì prossimo si vota.
Ddl intercettazioni, “disobbedienza civile”
A proposito di ddl intercettazioni e del grande dibattito suscitato dal contenuto del provvedimento, Current Tv ha sentito, in collaborazione con Il Fatto Quotidiano e in occasione del Festival del Giornalismo di inchiesta di Marsala, molti giornalisti per ascoltarne il parere e raccoglierne l’eventuale “resistenza” al ddl. Che preoccupa molto: giornalisti, magistrati e cittadini.
“Per informare i cittadini violeremo la legge. Contro il bavaglio disobbedienza civile”.
Godetevi il video.
Di Pietro: “Ddl Intercettazioni? Vediamo se Napolitano ha il coraggio di firmare”
“Vogliamo sapere se il capo dello Stato ha il coraggio di firmare un provvedimento che imbavaglia l’informazione libera e blocca i magistrati nell’attività di indagine“. L’ha detto il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro riguardo il ddl intercettazioni. L’ex pm ha continuato:
“Tornare al testo della Camera è come saltare dalla padella alla brace, perchè quel testo era anche peggiore di questo. Chiediamo che questo provvedimento al più presto venga posto all’attenzione prima del capo dello Stato e poi dei cittadini. Vogliamo mettere in condizione i cittadini, attraverso il referendum di cancellare una legge vergogna che ci fa vergognare in tutto il mondo.
Ddl intercettazioni: al Senato il 31 maggio
Il disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche arriverà in Aula al Senato lunedì prossimo 31 maggio. La decisione è stata presa dalla conferenza dei capogruppi di Palazzo Madama. La presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, ha parlato di “decisione di un gravità inaudita, ci saranno 10 ore di discussione in tutto, un’ora per gruppo“.
“Inoltre il Governo – continua Anna Finocchiaro – porrà la fiducia: lo abbiamo chiesto al ministro Vito che non lo ha escluso“.
Italia dei Valori: “Ddl intercettazioni? Governo favorisce mafiosi e pedofili”
“Oggi siamo tutti giornalisti, non permetteremo che sia messo il bavaglio alla libera informazione. E’ in gioco la stessa democrazia“. L’ha dichiarato in una nota il portavoce dell’Italia dei Valori, Leoluca Orlando, che ha continuato: “Con questa legge vergogna, infatti, oltre a censurare il diritto di cronaca, si mette gravemente a rischio la sicurezza dei cittadini, impedendo il lavoro della magistratura“. L’esponente del partito guidato da Antonio Di Pietro ha così concluso il proprio pensiero sul ddl intercettazioni:
“Mafiosi, pedofili e violentatori riusciranno a farla franca e ogni parlamentare che voterà questa legge avrà sulla propria coscienza ogni abuso. Proprio per questo ribadiamo che oggi saremo in piazza accanto al ‘Popolo violà e a tutti i cittadini onesti per dire no a questo ddl.
Censura web e intercettazioni
In Italia via libera al ddl intercettazioni. E c’è chi fa notare che, nel testo, l’articolo 28, per i quali già si parla di censura ai blog. A lanciare l’allarme e il blog di Google Italia. Ecco cosa scrive Marco Pancini:
Che c’entrano i blog con le intercettazioni?
Siamo nuovamente di fronte ad un provvedimento legislativo che va ad impattare sul mezzo di comunicazione Internet, senza tenere conto della sua specificità.
Stiamo parlando del comma 28 dell’articolo 1 del disegno di legge a proposito delle “Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali”, su cui il Governo ha posto ieri la questione di fiducia.