I cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu esamineranno la prima bozza della risoluzione dell’arsenale chimico della Siria. Il documento in questione sarà votato nella notte tra venerdì e sabato, alle 2 italiane che sarebbero le 20 ora locale. La votazione di questo documento vedrà un lungo confronto tra il segretario di Stato Usa John Kerry e il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov.
Barack Obama
Obama chiede al Consiglio il via libera ad attaccare la Siria
Nell’atteso discorso di ieri, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato di essere pronto a deliberare l’attacco verso il regime siriano, dopo aver sentito l’opinione del Congresso a riguardo. Un attacco che il presidente non sembra essere molto propenso a lanciare, tanto da richiedere una sorta di “legittimazione” politica e sociale all’organo maggiormente rappresentativo dell’opinione pubblica.
USA, Romney vince per otto voti e sconfigge Santorum
Dopo una lunga notte di sondaggi e previsioni, ha vinto Mitt Romney nello stato di Iowa. Con uno scarto che in Italia sarebbe considerato nullo, di pochissimo solamente otto voti, ma otto voti fondamentali. Nel 2008 sempre in questo stato, vinse l’attuale presidente degli Stati Uniti Barack Obama, ma al di là ogni qual si voglia risultato, quest’anno il vincitore morale è sicuramente l’avversario Rick Santorum.
Santorum è un ex senatore della Pennsylvania, nipote di emigrante che fuggì dall’Italia durante l’epoca di Mussolini cercando una libertà e finì nelle miniere di carbone. Inizia così la sfida tra i vari candidati politici americani per contrastare Barack Obama alle prossime elezioni presidenziali. Romney ha conquistato la vittoria con 30.015 voti, contro i 30.007 dello sfidante Rick Santorum.
Morto Kim Jong-il
E’ morto sabato mattina, durante un viaggio in treno, quello che le televisioni Nord Coreane hanno definito come un “Caro Leader” è stato stroncato da un attacco di cuore. Così si conclude l’epoca dittatoriale di Kim Jong-li, la notizia è stata data dalla televisione di Pyongyang da un’annunciatrice in lacrime. Tutti gli abitanti della Corea del Nord hanno appreso la notizia tramite le televisioni e alcuni solamente oggi tramite il giornale.
La città è paralizzata per la notizia. Attualmente al potere c’è il terzogenito del dittatore, Kim Jong–Un. Il governo della Corea del Sud, subito dopo la notizia, ha proclamato lo stato di massima allerta per l’esercito, mentre il governo giapponese ha chiamato subito una seduta d’emergenza. Yoshihiko Noda, il premier nipponico, ha subito dichiarato di mantenere contatti “serrati” con USA, Cina e Corea del Sud sulla vicenda, oltre che avviare qualsiasi tipo di preparativo “per fronteggiare” tutti gli scenari possibili.
Libia, i ribelli conquistano Tripoli. Mistero su Gheddafi
Si avvicina forse in Libia la caduta definitiva del regime del colonnello Muhammar Gheddafi. La capitale Tripoli sarebbe infatti ormai quasi interamente nelle mani dei ribelli, dopo l’offensiva lanciata da domenica. Rimarrebbe però il mistero su dove si trovi attualmente il rais, mentre tre suoi figli, Mohammad, Saif Islam e Saadi, sono stati arrestati, anche se Mohammad sarebbe poi riuscito a scappare grazie ai combattenti lealisti. Domenica sera, in un messaggio audio alla televisione di Stato, Gheddafi aveva detto: “Non mi arrenderò mai e non me andrò”, e minacciato inoltre: “Temo che Tripoli brucerà”.
Adesso vi sarebbero diverse ipotesi su dove possa essere il Colonnello: nei labirinti sotterranei della sua cittadella fortificata, nell’Ambasciata del Venezuela, o in fuga verso il deserto del sud libico. Per il Pentagono, comunque, ancora non avrebbe lasciato il Paese.
Nella capitale, intanto, gli scontri violentissimi tra ribelli e fedelissimi o mercenari di Gheddafi avrebbero causato anche tre vittime, tra le quali due bambini di 5-6 anni colpiti mentre sventolavano con il padre la bandiera dei ribelli.
Ormai, comunque, quasi tutta la città sarebbe in mano agli insorti, ai quali si sarebbero arresi anche la Guardia repubblicana di Gheddafi e due o tre dei suoi figli. I ribelli sarebbero entrati in città tra sabato e domenica, sia da est, dopo aver preso la base aerea di Mitiga,sia da ovest e da sud.
Attentato in Israele: razzi su due bus. Raid di rappresaglia su Gaza
Torna, purtroppo, a insaguinarsi la Terrasanta. C’è stato infatti un nuovo attentato in Israele, vicino alla città turistica di Eliat, dove questa mattina i terroristi hanno attaccato due autobus di linea, oltre ad unità militari e auto private.
I primi scontri si sono verificati in tarda mattinata sulla statale 12, alla frontiera tra Israele ed Egitto, dove un commando armato ha sparato con dei kalashnikov da una vettura contro un autobus che aveva a bordo decine di passeggeri, tra i quali alcuni militari in libera uscita. Venti persone sono rimaste ferite, e di queste una è deceduta più tardi in ospedale.
Non molto dopo, un secondo attacco contro un veicolo privato, in prossimità di Beer-Ora, fa altre sei vittime, un’intera comitiva familiare di gitanti. Intanto, un’unità militare che stava andando in soccorso del primo autobus cadeva in una trappola minata preparata dagli assalitori, riportando anch’essa diverse vittime. Infine, un terzo gruppo di terroristi, ad alcuni chilometri di distanza, ha lanciato alcuni razzi anticarro contro altre due vetture, provocando altri sette feriti.
Le forze di sicurezza israeliane, dopo aver setacciato la zona con battute a vasto raggio ed elicotteri, hanno ingaggiato un conflitto a fuoco con la cellula di terroristi più numerosa, uccidendo sette di loro.
Obama annuncia l’accordo per eliminare il debito USA
Dopo una domenica di spasmodica attesa, alle ore 20:40 a Washington (le 2.40 del mattino qui in Italia), il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha dato alla nazione la notizie che ormai l’accordo di era raggiunto. “Mancano ancora delle importanti votazioni al Congresso, ma voglio annunciare che i leader dei due partiti, nelle due Camere, hanno raggiunto un accordo che ridurrà il deficit ed eviterà il default, un default che avrebbe avuto un effetto devastante sulla nostra economia. Comincia a diradarsi l’incertezza che pesava sulla nostra economia”, così ha annunciata Obama.
Il capo dei democratici al Senato, Harry Reid, ha dichiarato che questo è uno “storico compromesso bipartisan che mette fine a uno stallo pericoloso”, mentre il repubblicano John Boehner, ha dichiarato: “Non c’è nulla in questo accordo che contraddica i nostri principi. Abbiamo ottenuto che non ci siano nuove tasse”.
Obama annuncia il ritiro di 33mila soldati dall’Afghanistan
Circa 33mila soldati entro la prossima estate 2012, lasceranno l’Afghanistan per tornare in America, è l’annuncio che ha dato ieri il presidente degli stati uniti Barack Obama, in diretta televisiva alla nazione. “Il ritiro inizierà a luglio e riguarderà 10mila militare entro l’anno”, ha precisato il presidente Obama dalla casa bianca. Obama ha preferito un ritiro più rapido, rispetto quanto suggerito dal Pentagono che voleva un ritiro più soft visti gli ultimi riscontri di Al Qaeda.
L’annuncio del ritiro arriva dopo 2 anni dalla decisione di mandare in Afghanistan altro 30mila soldati, decisione presa da Obama nel dicembre del 2009, l’annuncio è stato dato in diretta televisiva alle ore 20:00 locali, le 2:00 qui in Italia. “Mentre continuiamo a rafforzare il governo afghano e le forze di sicurezza, l’America prenderà parte ad iniziative di riconciliazione del popolo afghano, compresi i talebani”, ha spiegato Obama.
Gheddafi: “Resterò a Tripoli vivo o morto”. Si intensificano i raid sulla Libia
Il leader libico Muhammar Gheddafi è tornato a farsi sentire, questa volta con un messaggio audio trasmesso dalla televisione di stato: “Resterò a Tripoli, vivo o morto” ha dichiarato il rais, aggiungendo: “Non abbiamo paura. Siamo più forti dei vostri missili”. Il colonnello ha anche esortato i suoi fedelissimi a radunarsi attorno alla caserma di Bab Aziziya, il suo quartiere generale preso di mira dai raid della coalizione, per “dimostrare il coraggio del popolo libico”. Gheddafi si è scagliato anche contro i ribelli di Bengasi, definindoli “bande armate”, e affermando: “Le tribù libiche faranno la rivolta contro le bande armate e noi resisteremo”.
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, da parte sua, ha fatto invece sapere che gli attacchi contro il rais si intensificheranno finchè questi non lascerà il potere.
Proseguono, intanto, i bombardamenti sulla capitale libica, che oggi sarebbero continuati anche dopo il messaggio televisivo di Gheddafi. Si son viste levarsi alte colonne di fumo anche dalla zona intorno alla residenza del raìs, e la televisione di Stato libica ha poi confermato che i raid Nato avrebbero colpito nei pressi della residenza di Gheddafi; secondo alcune testimonianze, sarebbe stata colpita la caserma della guardia civile, di fronte al complesso del leader libico, provocando anche alcune vittime.
Berlusconi: “La magistratura è una patologia, l’ho detto ai leader del G8”
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sembra non avere più limiti nei suoi attacchi alla magistratura, e, dopo che, ieri, aveva parlato della questione al vertice del G8 persino con il presidente americano Barack Obama, affermando che “In Italia c’è una dittatura dei giudici“, oggi è tornato sul tema in una conferenza stampa al termine del vertice. “In Italia non è più tollerabile l’interferenza di alcuni magistrati della pubblica accusa nei confronti dei rappresentanti del popolo democraticamente eletti” ha affermato infatti il premier, che ha poi aggiunto di aver parlato di ciò “non solo con Barack Obama”, ma “con tutti i leader del G8″.
Berlusconi, inoltre, ha attaccato la stampa, che avrebbe riportato solo una parte della sua conversazione con Obama, “fuori dal contesto di un ragionamento più ampio”, e in particolare l’inviato di Repubblica, giornale che amplificherebbele accuse nei suoi confronti: “Vergognatevi” ha tuonato il premier rivolto a quest’ultimo.
“Si continua ancora con il tentativo di togliermi dalla scena politica con una sentenza”, aggiunge il premier, promettendo che non abbandonerà la politica, senza aver prima realizzato la riforma della giustizia.
Obama: “Sostegno alla democrazia in Medio Oriente. Israele torni ai confini del ’67”
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, a due anni dal suo discorso al Cairo, ha illustrato oggi, in un altro atteso discorso, la strategia americana verso il mondo arabo. Obama ha promesso sostegno alle riforme e al passaggio verso la democrazia in tale regione, pur precisando che non è possibile imporre cambi di regime dall’estero. Ma dal presidente americano è venuta anche un’inattesa presa di posizione sulla questione israelo-palestinese, proprio prima di incontrare, domani, il premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Per Obama, lo status quo tra israeliani e palestinesi “non è più sostenibile”, e da una parte Israele ha diritto alla sua sicurezza, dall’altra i palestinesi alla loro indipendenza, che non potranno raggiungere “negando a Israele il diritto di esistere”. Andrebbero quindi creati “due Stati per due popoli“,che riescano a vivere pacificamente uno accanto all’altro, e andrebbero ripresi i negoziati, mentre il futuro Stato palestinese, secondo il presidente statunitense, andrebbe smilitarizzato, e i confini dovrebbero ricalcare quelli del 1967.
Spiega Obama: “Per decenni il conflitto arabo-israeliano ha portato la guerra nella regione. Il popolo palestinese non ha ancora uno Stato. Per molti è impossibile un passo avanti, ma io non sono d’accordo.” E assicura: “Gli Usa faranno tutto quello che è necessario per andare oltre l’attuale empasse”.
Video Osama: “America mai sicura”
“I nostri attacchi contro di voi proseguiranno finche’ proseguira’ il vostro sostegno a Israele”. Così Osama Bin Laden si rivolge agli americani, nell’ultimo messaggio audio registrato prima delle sua uccisione, una registrazione diretta ad Obama. Lo stesso Bin Laden, ha registrato questo messaggio, poche ore prima della sua uccisione, coincidenza? Questo non lo sapremo mai, per ora sappiamo solamente che Osama dichiara che l’America non potrà mai essere sicura.
“L’America non potra’ sognare la sua sicurezza, fino a che noi non vivremo la stessa sicurezza in Palestina” ed aggiunge anche: “E’ ingiusto che voi viviate in pace mentre i nostri fratelli a Gaza vivono nell’angoscia. Per questo e se dio vuole, i nostri attacchi contro di voi proseguiranno finche’ proseguira’ vostro sostegno ad Israele”.
Foto Incontro tra Obama e Carlo
Nella giornata di ieri, Barack Obama ha ricevuto la visita del Principe Carlo d’Inghilterra. L’incontro dei due, è stato incentrato soprattutto sull’attuale situazione in merito agli scontri in Libia e alla guerra in Afghanistan. Lo stesso Obama, ha ringraziato il principe Carlo, per l’impegno che le forze militari inglesi stanno mantenendo nella guerra in Libia ed in Inghilterra.
Non sono mancati, ovviamente, le felicitazione di Obama in merito al matrimonio tra William e Kate che si è tenuto lo scorso 29 Aprile. Obama sarà ricevuto, entro un mese, dalla Regina d’Inghilterra, come è di rito in questa occasioni.
Osama? Nessuna foto della morte
Mentre sui social network e nei siti giornalistici girano presunte foto riguardanti la morte di Bin Laden, nella serata di ieri, intorno alle ore 20:00 italiane, Obama ha dato il secco e definitivo NO! Riguardo la diffusione delle foto riguardi la morte di Osama Bin Laden, quelle stesse foto che lo stesso Obama aveva definito raccapriccianti alla fine, non verranno mostrate in pubblico.
Le uniche foto riguardanti l’uccisione di Osama, sono quelle ritraenti la casa dove lo stesso sceicco del male ormai viveva da sei anni. Non sono mancati i commenti di molti scettici riguardo la decisione presa da Obama e resa pubblica dal canale televisivo americano CBS.